A Ferrara, nella sede del Palazzo dei Diamanti, è stata inaugurata l'11 settembre, per rimanere aperta fino all'8 gennaio 2012, l'attesa mostra sulla produzione artistica parigina negli anni 1918-33 dal titolo “Gli anni folli: La Parigi di Modigliani, Picasso e Dalì”.
Parigi, negli anni tra le due guerre prima dell'invasione nazionalsocialista, era a tutti gli effetti la capitale mondiale di arte e cultura, inebriata da un clima di rinascita e di sperimentazione, meta ambita di artisti provenienti da tutto il mondo e laboratorio riconosciuto di creatività. Il desiderio di ricominciare dopo la grande guerra e di farsi trasportare da un nuovo entusiasmo fanno sì che in campo artistico si voglia rompere col passato, realizzando una produzione dagli stili più vari e puntando alla conquista di una nuova armonia attraverso strade diverse.
L'esposizione, che è suddivisa in nove sezioni e propone la visione di più di ottanta capolavori provenienti da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo, si apre con due dipinti che hanno fatto scuola: La fonte di Renoir, ammirata da Picasso e Braque che ne ricavano una moderna lettura dell'arte rinascimentale, e Ponte giapponese di Monet, che rappresenta una rottura col naturalismo e quasi un'anticipazione dell'astrazione.
A seguire, esempi della grande produzione della cosiddetta Ècole de Paris, figlia del clima anticonformista di Montparnasse, riuniti all'interno di un unico spazio e accomunati dalla gioia e dalla inquietudine causate dalla fine del conflitto; fra essi spiccano senza dubbio le figure di Modigliani, presente con due tele, e Il gallo di Chagall.
Le tre successive partizioni ci propongono poi l'attrattiva esercitata dalla costa mediterranea su Matisse, Bonnard e Maillot, l'ultima stagione dei padri fondatori del cubismo con la loro ritrovata leggibilità delle forme e, per finire, le opere di Calder e Mondrian, il cui atelier era un vero crocevia di talenti nella Parigi dell'epoca.
Una sezione a parte è dedicata al teatro, che vide una nuova stagione nella produzione di balletti russi e svedesi cui collaborano musicisti e coreografi di eccellenza: il risultato è la creazione di vere e proprie opere d'arte globali, testimoniate qui dai costumi disegnati da Matisse, De Chirico, Larionov.
Dopo uno spazio dedicato alla Tour Eiffel tra pittura e fotografia, le ultime due sezioni si ispirano l'una al moderno classicismo degli anni Venti, ove è visibile ad esempio la Maternità di Picasso con le sue forme scultoree, l'altra al dadaismo e al surrealismo con le opere di Duchamp, Mirò, Dalì e tutta la radicalità dei movimenti di avanguardia.
Un'esposizione, dunque, che riesce davvero a farci ripercorrere tutti gli aspetti di un quindicennio dalla straordinaria fecondità e dalle caratteristiche particolari che ancora oggi esercitano un fascino particolare su chi lo indaga.
La mostra è aperta tutti i giorni (lunedì incluso) dalle 9 alle 19 ed è corredata da un bel catalogo edito da Ferrara Arte. Per maggiori informazioni www.palazzodiamanti.it, tel. 0532244949.
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